Forza di Volontà: oppressione o libertà?
La Forza di Volontà si manifesta come la voce interiore che parla al proprio paese interno con la forza e la determinazione di un vero leader, capace di guidare il proprio paese.
Un leader che integra in sé la forza alla gentilezza, incarnando i principi della conduzione democratica, umanistica, non direttiva, ecologica, rispettosa di tutti i componenti del gruppo, capace di ascolto empatico e di parola amorevole, e mette queste qualità al servizio del bene del gruppo, cioè della sua evoluzione spirituale.
La forza è l’aspetto attivo, maschile; l’ascolto è l’aspetto ricettivo, femminile.
La forza è il principio del padre, simbolo della legge dal cui rispetto dipende la coesione del gruppo.
L’ascolto è il principio materno, simbolo dell’accoglienza, del primato della relazione armonica, fondamento della base sicura necessaria per condurre ogni azione efficace ed ecologica e ogni esplorazione in grado di integrare la novità , anziché essere una fuga o una ribellione.
Principio maschile, principio femminile, e in più l’humor, la leggerezza, il gioco, l’energia archetipica del bambino, capace di sdrammatizzare grazie alla sua innocenza, ovvero incapacità di nuocere.
Le voci interne interferiscono molto spesso nella vita delle persone. Sono pensieri automatici che, se non indagati, orientano le emozioni della persona stessa. Sono come interventi dei membri del gruppo a cui il trainer non dà attenzione, ma che sono ascoltate dagli altri partecipanti e influenzano il loro umore e le loro convinzioni.
Un trainer (un formatore, un insegnante, un educatore… un genitore) che non interviene, perde la leadership.
Un trainer che interviene autoritariamente, cercando di bloccare il dissenso senza comprenderne le cause, perde la fiducia del gruppo.
L’ascolto è il punto chiave. Il trainer deve capire, discernere. Quale è il vero movente dell’intervento: è una richiesta di aiuto?
Serve a capire di più?
Pone un’obiezione, una critica che può essere costruttiva, utile al gruppo?
Oppure semplicemente fa da controleader, cercando di spaccare il gruppo?
È benevola, amichevole, o malevola?
È costruttiva o distruttiva?
Quale è il vero movente dell’intervento: è una richiesta di aiuto?
Serve a capire di più?
Pone un’obiezione, una critica che può essere costruttiva, utile al gruppo?
Oppure semplicemente fa da controleader, cercando di spaccare il gruppo?
È benevola, amichevole, o malevola?
È costruttiva o distruttiva?
Non si può rispondere a tutte le voce nello stesso modo!
Discernere è il punto fondamentale.
La persona finisce per credere a queste voci come fossero espressione della sua verità , in quanto collegate ad evidenze corporee, fisiologiche (tensione, contratture, malesseri…).
Sono voci che sembrano vere perché hanno la loro base nelle emozioni.
Si forma quindi la convinzione che queste voci abbiano un fondamento di verità , diventi necessario capirne le ragioni, come se ci dicessero cose molto importanti di noi che altrimenti ci sfuggirebbero.
In realtà sono voci che ci sviano dal nostro cammino; sono le sirene di Ulisse.
Chi ascolta queste voci non sarà mai leader di sé.
Una convinzione diffusa dalla psicanalisi è che dobbiamo ascoltare il nostro inconscio, capirci, capire l’origine delle cose.
Ma qui sta il nostro errore: non sono voci dell’inconscio saggio, ma sono frutto di elaborazioni assolutamente parziali, che mancano di visione d’insieme.
Bisogna quindi imparare a distinguere la voce che viene dal’Anima da quella che viene dai nostri frammenti, ognuno dei quali è convinto di avere la corretta visione, e proprio per questo è tanto insistente.
Come si fa a distinguerle?
È abbastanza semplice.
La voce dell’Anima è benevola, non si lamenta mai, non pretende, non accusa, è amichevole, incoraggia, sostiene, fornendo indicazioni utili, ma senza critica.
Sa dire No, questo non va fatto, e Sì, questo va fatto, in modo congruente, unendo forza e tenerezza.
La voce dei frammenti è malevola, pretende, accusa, si lamenta, giudica, critica, approfitta, sfrutta, calcola il tornaconto, è guidata dall’interesse privato, esclusivo, non guarda mai al bene comune.
Sono le voci dei proci, dei corrotti, dei corruttori, dei faccendieri, sempre pronti a sdegnarsi, irritarsi, impermalosirsi, avere l’ultima parola, orgogliosi, arroganti, presuntuosi.
Talvolta si presentano come voci suadenti, iperamichevoli, e invitano a seguire la via di minore resistenza.
Sono voci che impediscono lo sviluppo dell’autodisciplina, del retto sforzo, e quindi minano alla radice la capacità di amare, cioè l’essenza della nostra umanità .
Nessuno può essere leader di sé se dà ascolto e corda a simili voci interiori. Non può essere leader perché non sa distinguere e quindi non ha visione.
Queste voci hanno molto potere perché generano doppi legami: sono loro a creare il problema e poi a criticare perché c’è quel problema: ti tolgono la forza, poi ti criticano perché sei debole; ti mettono paura, poi ti criticano perché sei fifone; ti dicono che non capirai, poi ti criticano che non sei intelligente.
Queste voci trovano forte alimento nell’inconscio famigliare ed econominco-sociale, nei loro aspetti egoici, che come cavalli di troia, entrano nella personalità e la distruggono.
La Forza di Volontà è la forza di continuare ad amare nonostante tutta la fatica che ciò comporta per gli ostacoli che essa incontra ogni giorno sul suo cammino. È la forza di amare in modo incondizionato.