Famiglia e scuola
Società Costituzionale: madre e padre sono sereni, non hanno davanti un futuro minaccioso, non sono continuamente preoccupati e indaffarati. Hanno un lavoro gratificante che consente loro una vita sufficientemente agiata.
Hanno tempo da dedicare a se stessi e ai figli. Educati dalla scuola ai valori umanistici di solidarietà e collaborazione, si amano e si rispettano profondamente, si aiutano e si sostengono nelle difficoltà. Giocano e ridono insieme ai bambini, li ascoltano, li conoscono, li incoraggiano. Godono della loro presenza e dei loro successi. I bambini amano stare con i loro genitori, li ammirano, li stimano. Quando al mattino devono andare a scuola, sono dispiaciuti di lasciare la loro casa. Ma appena escono, sono contenti di recarsi in un luogo dove gli insegnanti si prendono cura di loro, li rispettano, li aiutano a comprendere i loro sentimenti, talenti e aspirazioni. Li incoraggiano a esprimersi, a collaborare, ad aiutarsi reciprocamente.
Società Neoliberista: madre e padre sono oberati e spremuti da un lavoro sempre più insoddisfacente e impegnativo. Tornano a casa sfiniti. I soldi spesso non bastano per arrivare alla fine del mese. Tv e giornali prospettano una situazione politica ed economica in continuo peggioramento. La depressione aleggia ovunque. Spesso litigano tra loro, non hanno tempo da dedicare ai figli. I bambini, sballottati a destra e a sinistra, emotivamente trascurati, crescono spesso sconosciuti a loro stessi e ai loro genitori. A scuola, come in famiglia, trovano insegnanti insoddisfatti, sfiniti da incombenze e disposizioni burocratiche sempre più pervasive. Chiusi e arroccati in se stessi, non hanno spazio mentale da dedicare agli allievi. Spesso in conflitto tra loro, non sono in grado di aiutare l’evoluzione emotiva dei bambini e dei ragazzi, ma si focalizzano sulle loro prestazioni, sempre più meccaniche e standardizzate. In tale situazione antiumana e antieducativa, molti bambini si mostrano insofferenti, agitati, chiusi nel loro mondo, e per questo vengono diagnosticati come iperattivi, disattenti, dislessici, e sedati con farmaci. I nuovi dirigenti scolastici nulla sanno di educazione: la loro preoccupazione principale è l’aspetto finanziario dell’azienda scuola. L’azienda scuola, come ogni altra azienda, deve battersi sul mercato per acquisire nuovi clienti, in competizione con altre scuole. I clienti sono bambini e ragazzi, il cui futuro non sembra interessare a nessuno. In tale contesto, è naturale che i genitori non si fidino degli insegnanti, e gli insegnanti non si fidino dei genitori. Il malumore è la cifra che contraddistingue il lager scuola, in sintonia con la prigione della famiglia. Non si vede l’ora di uscirne. Per andare dove?
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