Ananda, Gioia dell’Essere
Ananda, beatitudine, gioia dell’essere, del puro essere, adesso, nel qui ed ora, qualunque cosa accade, senza cause, senza condizioni.
Come il sole sopra le nuvole, non smette mai di brillare, così è Ananda, gioia dell’essere.
Come nel fondo del mare, l’acqua rimane ferma e calma, anche quando la superficie è agitata, così è Ananda.
Ananda è sempre con noi, con il nostro corpo, negli organi e nelle cellule, nel profondo della nostra mente. Se guardiamo in profondità, se scendiamo strato dopo strato, è sempre lì ad aspettarci.
Dietro ogni forma di sofferenza, disagio, irritazione, rabbia, frustrazione, possiamo imparare a ricontattare Ananda, gioia dell’essere, senza causa, senza condizioni.
Se attraverso il rilassamento e la pratica del respiro consapevole percorriamo questo sentiero, ogni giorno diventa più facile raggiungere quel luogo dove rabbia e disperazione non possono penetrare, dove le tenebre lasciano il posto alla luce. E diventa naturale sviluppare fiducia e serenità di fondo, in qualunque situazione.
Non conosco risorsa più grande di questa.
Quando il respiro si fa lento e tranquillo, quando il corpo si rilassa, quando la mente comincia a farsi silenziosa, il nostro cuore si apre, e sperimentiamo Ananda.
Ogni volta che entriamo in contatto con il nostro vero essere, sperimentiamo Ananda. E’ un fatto naturale: se immergiamo una mano nell’acqua, la mano si bagna. Non c’è una volta in cui si bagna e una volta in cui rimane asciutta: si bagna sempre, perché è nella natura dell’acqua provocare questo effetto.
Così è per Ananda: se ci immergiamo nell’essere, sperimentiamo gioia incondizionata. Tutto il resto appare secondario.
Non è che il resto scompaia, che i nostri problemi si dissolvano nel nulla, ma perdono urgenza, pregnanza, monopolio sul nostro sentire.
Perché? Perché la natura profonda del nostro essere è di calma, serenità, amore, gioia, senso di unità.
Non è una credenza, ma un fatto sperimentabile.
Su questa base possiamo affrontare i problemi della vita in stato di risorsa e salute, anziché di fragilità e debolezza.
Mauro Scardovelli,
2010
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