Dalla terapia tradizionale al Counseling Comunitario
- Posted by Mauro Scardovelli
- Categorie IL BLOG
- Date 11 Maggio 2024
Come presidente dell’associazione Aleph Umanistica, io stesso ho attraversato momenti di sofferenza indicibile, a contatto con un mondo al quale non volevo più appartenere: il mondo neoliberista.
Per me era assolutamente chiaro che il tradizionale lavoro terapeutico individuale o di counseling non aveva più alcun senso.
Non era in grado di portare aiuto a problemi emotivi e relazionali, di origine famigliare, che venivano amplificati a dismisura dalle regole imposte dalla struttura economica, competitiva, violenta, oppressiva.
La maggioranza delle persone soffre di solitudine, di mancanza di veri amici, di mancanza di condivisione. In una parola, di mancanza di intimità. L’intimità viene a mancare quando alla fiducia nel prossimo si sostituiscono la fiducia, la diffidenza, la paranoia.
Se manca l’intimità, ogni comunità cessa di esistere, compresa quella interiore, quella personale.
Sapevo che da li occorreva ripartire. La mia ricerca si è concentrata sempre di più su questo tema. E da quel momento sono arrivati gli aiuti, nella forma di intuizioni, che nascevano dal contatto quotidiano con la lettura dei grandi maestri. Posso dire di aver vissuto assieme a Gandhi, Gesù, Yogananda e altri ancora, fino a interiorizzarne il pensiero, il modo di essere, che via via diventava sempre più il mio.
Non nascondo che è stato un percorso estremo. Spesso mi sono coricato alla sera sperando di non svegliarmi più. Nel mio entourage, in un primo periodo, nessuno mi capiva veramente, né gli amici, né i collaboratori, né i colleghi. E io di questo avevo bisogno: essere visto, compreso, sostenuto.
Poi, gradualmente, le cose sono cambiate. Oggi posso dire di vivere in una comunità di nobili amici, che hanno compreso e condividono il progetto di attuare la Costituzione e di favorire il sorgere di una nuova umanità, non più preda di demoni e conflitti, capace di vivere in sintonia e armonia, nella collaborazione reciproca.
È in questa comunità che pian piano sono state messe a punto una serie di tecniche di ultima generazione, estremamente più efficaci di quelle precedenti.
L’insieme di queste tecniche e e modelli ha preso il nome di Counseling Comunitario, che si pone dunque al centro del lavoro evolutivo che ci aspetta.
È la chiave per accedere, in un contesto di non giudizio di accoglienza e di fratellanza, al doppio sguardo con cui imparare a osservare le nostre profondità, le nostre contraddizioni, le nostre pretese, scoprendo la gioia di poter condividere con i Compagni di Viaggio le difficoltà e le sofferenze che esse generano nelle nostre vite.
Ma è anche il contesto in cui potersi riconoscere nelle nostre risorse e originalità, capacità e bellezze. È il contesto su cui rifondare una base sicura che – interiorizzata – ci accompagna nel quotidiano percorso della nostra vita.
Possiamo cosi imparare a fondare questo doppio sguardo con occhi che sanno vedere lontano, al di là dei limiti e delle strutture egoiche che ci colonizzano interiormente ed esteriormente, per trovare la forza, la speranza e la a capacità di essere il cambiamento che vogliamo dal mondo.
Tag:Counseling, Terapia
Giurista, psicoterapeuta, musicoterapeuta, fondatore di Aleph.
Dal 2006 si occupa a tempo pieno di formazione, incontri terapeutici, supervisione, ricerca.