Economia costituzionale | Il rapporto tra Stato e mercato, sovranità monetaria, moneta fisiologica e moneta patologica
1. La Costituzione come antidoto all’avidità e agli inquinanti della mente
Si potrebbe dire che, in un certo senso, il capitalismo corrisponde alla schiavitù del lavoro, da una parte, e alla distruzione dell’ambiente, dall’altra. È, in sostanza, lo sfruttamento sia dell’uomo che della natura. Infatti, ciò di cui il capitalismo ha massimamente bisogno è un esercito di disoccupati di riserva, che l’Unione Europea garantisce ogni anno ai Paesi membri, stabilendo qual è il tasso di disoccupazione obbligatorio, sotto il quale non devono scendere.
La radice psicologica interiore del capitalismo è l’avidità.
L’avidità nasce quando si rompe il rapporto di risonanza con gli altri e con l’ambiente. A causa di questa rottura, si provoca una carenza di affetto e di amore, carenza che viene compensata con la ricerca del potere-dominio. Quest’ultima ricerca è una deviazione dal processo di pieno sviluppo della persona umana, obbligo giuridico sancito dall’articolo 3 della Costituzione. Il pieno sviluppo porta infatti alla piena risonanza della persona con l’ambiente e con le altre persone. Allora potremmo dire, in termini molto semplici, che alla radice del capitalismo c’è l’ostilità, la guerra di tutti contro tutti. Le conseguenze comportamentali dell’ostilità sono evidentissime. Chi è ostile nei nostri confronti di solito è di cattivo umore, ci tratta male ed è antipatico (v. video del 1 dicembre 2019 “Un modello semplicissimo per il cambiamento personale” https://www.staging.unialeph.it/un-modello-semplicissimo-per-il-cambiamento-personale/).
La Costituzione italiana è l’antitesi di questo modello, radicandosi sull’amicizia, sulla comunità, sulla fratellanza, quindi sulla cooperazione fra gli esseri umani.
2. Lo Stato deve alterare il mercato
I Trattati europei parlano esplicitamente di economia sociale di mercato fortemente competitiva. Quindi non soltanto competitiva: fortemente competitiva! La competizione è, ovviamente, l’esatto opposto della cooperazione. Per competere infatti, io dovrò farti lo sgambetto, dovrò riuscire, in qualche modo, a superarti. Quindi l’economia sociale di mercato fortemente competitiva è un’economia dove tutti sono contro tutti.
La spinta individualista di ciascuno deve essere contenuta e bilanciata da organismi di carattere pubblicistico.
Questo è esattamente ciò che hanno pensato i Padri costituenti, che all’articolo 41 della Costituzione hanno previsto la libertà dell’iniziativa economica privata, purché non in contrasto con l’utilità sociale. La nostra Costituzione prevede quindi uno Stato che disciplina, coordina e controlla l’economia, in tutti i suoi settori. Ovviamente, più un settore è di rilevanza strategica e di interesse collettivo, più la presenza dello Stato è doverosa, fino al punto di valutare posizioni di controllo pubblico totale, come previsto dall’articolo 43. Energia, trasporti, sanità, ricerca: in questi settori l’interesse del profitto è, in maniera quasi automatica, in contrasto con l’utilità sociale.
L’Unione Europea, contrariamente alla nostra Carta fondamentale, rifiuta la regia dello Stato nel disciplinare l’economia, la vieta espressamente. Gli interventi dello Stato in economia, i cd. aiuti di Stato, sono infatti banditi dalle prescrizioni contenute all’interno dei Trattati. Il funzionamento del libero mercato, dunque, non può essere distorto in alcun modo.
3. Il concetto di sovranità monetaria in Keynes
“Per costruire un ponte è indispensabile avere abbastanza mattoni e abbastanza cemento. I soldi che servono per pagare le materie e il lavoro salariato sono l’unica cosa che non può mai mancare. I primi bisogna procurarseli fisicamente, e possono ipoteticamente terminare. I secondi invece no, dal momento che si può sempre ordinare alla Banca Centrale di stampare tutti i biglietti che servono all’occorrenza”
J. M. Keynes – Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta
4. Emissione monetaria e controllo dell’inflazione
L’articolo 47 della Costituzione dice che la Repubblica disciplina, coordina e controlla il credito. Quindi l’emissione monetaria è una prerogativa della Repubblica. Il problema è che con il liberismo si sono creati grandi accentramenti di capitale, e il nemico giurato di chi possiede grandi capitali è l’inflazione. I capitalisti non vogliono che lo Stato aumenti il benessere dei cittadini attraverso la spesa pubblica, poiché questo metterebbe i loro capitali a rischio di erosione.
La realtà è che il pericolo che si verifichi un’eccessiva inflazione è molto lontano.
Potrebbe verificarsi solo nel caso in cui ci sia piena occupazione e tutti i consociati decidessero o di non lavorare perché non ne hanno bisogno, oppure di lavorare ma solo per cifre spropositate. Il compito dello Stato è dunque quello di controllare i flussi di spesa attraverso l’imposizione fiscale, la tassazione, e togliere dalla circolazione la moneta eventualmente in eccesso.
5. La classe dominante e il ricatto ai popoli
Oggi viviamo nella patologia economica: anziché usare la moneta nel modo corretto, quello indicato da Keynes, i potentati economici che, nel corso degli anni, hanno accumulato enormi ricchezze, la utilizzano come strumento di dominio sui popoli. In conseguenza di ciò, oggi le persone hanno perso ogni speranza. Una società basata sulla fisiologia dell’economia e della moneta risulta, per la maggior parte delle persone, inimmaginabile. Chi ha accumulato grandi ricchezze ha corrotto la politica. Oggi i politici che governano il nostro paese sono, a parte qualche eccezione, corrotti, collusi o fortemente ignoranti.
Il popolo italiano, non diversamente dagli altri popoli del mondo, ha bisogno di risvegliarsi per poter dire basta a questa follia.
Il problema è che oggi il popolo è istruito a pensare che uscire dal sistema patologico-indotto per entrare in un sistema fisiologico, che porti la prosperità a tutti, non sia possibile: i poteri forti reagirebbero in maniera violenta e sarebbero guai seri. In realtà, avendo l’Italia una Costituzione considerata la più democratica al mondo, avendo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, modellata proprio sulla Costituzione italiana, dal punto di vista giuridico noi abbiamo tutte le possibilità di liberarci dall’oppressione che ci imprigiona senza particolari problemi. È sicuro che il sistema proverà ad attaccare, ma non avrà successo nella misura in cui il Popolo sarà unito e compatto.
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